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Il cancelliere Kurz sul Risorgimento italiano dice la verità. Kurz sproloquia sul resto delle sue asserzioni. L'Italia esiste dal 63 ac, ne fu il padre fondatore Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto. Gli Asburgo (fino a quando il pavido Francesco II rinunciò al titolo d'imperatore romano) furono gli eredi del Sacro Romano Impero. Il sud Tirolo fu chiamato Alto Adige da Napoleone e non dai governi italiani, tanto meno dal governo monarchico fascista. Napoleone autore dell'uccisione di Andreas Hofer -eroe cattolico- per riconoscenza gli fu da in sposa la principessa Luisa d'Asburgo (a proposito, corre voce che Francesco Giuseppe sia figlio del generale Francese). Nel 1683 Vienna e con essa gli Asburgo furono salvati dall'assalto islamico da italiani e polacchi. Anni dopo gli Asburgo per riconoscenza aggredirono la Polonia sottraendole la Galizia. La "riconoscenza" mostrata ai polacchi non risparmiò gli italiani dell'Alto Adige, infatti per ordine di Maria Teresa d'Austria subirono un violento processo di germanizzazione , senza distinzione tra italiani e ladini (processo di germanizzazione che ebbe dei precedenti con Massimiliano ed Ottone). Francesco Giuseppe, con una legge imperiale del 12 novembre dei 1866, nelle terre d'Istria, Fiume e Dalmazia diluì l'elemento italico a favore di quello slavo, scellerata legge origine di quella grande tragedia che si sarebbe consumata a scapito degli italiani per mano titina tra la fine del secondo conflitto mondiale e qualche tempo dopo il termine del conflitto, foibe ed esodo. 
Durante la prima guerra mondiale si verificò un vero e proprio esodo dei trentini. Il Trentino, allora facente parte dell'impero austro-ungarico, fu infatti uno dei principali teatri di scontro. Su una popolazione censita nel 1910 di 393.111 abitanti, ben 173.026 vennero allontanati dal Trentino. Circa 60.000 trentini vennero arruolati nell'esercito asburgico per combattere prevalentemente sul fronte orientale contro l'impero russo. Gli ultimi prigionieri di guerra tornarono in Trentino solo nel 1920. Circa 75.000 civili vennero evacuati e deportati dagli austro-ungarici, in campi profughi in Boemia, Moravia, in Alta e Bassa Austria e in Stiria, ben lontani dal Trentino. Gli ordini di sgombero nella zona nera (Rovereto, Ala, Avio, Brentonico, Riva del Garda), dove si combatteva più intensamente, arrivarono con appena quarantott'ore di anticipo. I profughi trentini vennero sistemati nelle cosiddette città di legno (tra le maggiori quelle di Braunau e Mitterndorf), dove vissero in baracche in precarie condizioni igienico-sanitarie e patirono la fame. Soprattutto i bambini morirono di stenti. Dei 1.931 trentini deceduti nel campo di Mitterndorf dal giugno 1915 al dicembre del 1918, 875 (pari al 45,7%) erano di età inferiore ai 10 anni.
I sospettati di irredentismo vennero internati nel campo di Katzenau. Se ne contarono 1.754 (anche bambini e disabili mentali), di cui 353 trovarono la morte.
Analoga sorte spettò agli italiani della Venezia Giulia, anch'essa sotto il dominio asburgico fino alla fine della Prima guerra mondiale. Essi vennero raccolti soprattutto nel campo di Wagna, che funzionò anche da base di smistamento verso altri campi per molti italiani, tra cui trentini.
Signor Kurz, considerato il suo meritevole studio sul Risorgimento italiano, sia meno superficiale nello studiare la storia del suo Paese, l'Austria, ben altra cosa rispetto all'impero di Austria e Ungheria. http://www.lastampa.it/2018/09/24/esteri/laustria-di-kurz-riscrive-il-risorgimento-cavour-e-mazzini-oppressori-nazionalisti-OCdGTbrXeWeBwQSUSiUiYJ/pagina.html