Immaturi, invidiosi, vanitosi, giudici di sentenze preconfezionate “sparate” dai professionisti dell’informazione, quest’ultimi  gli stessi unti del Signore  che non perdono mai occasione per mal giudicare il fascismo, i patrioti, gli identitari, ma che esaltano tutto ciò che va contro natura, il buon senso, le tradizioni, la cultura. Voi, sentinelle moralizzatori, sistema nel sistema, molti dei quali avranno messo il naso fuori da casa abbondantemente oltre la maggiore età, e che in ogni caso, molto probabilmente, anche dopo l’uscita dal mondo ovattato, hanno continuato a vivere in un mondo lontano dalla realtà.

Sono cresciuto in strada, ho vissuto la strada, la strada la mia palestra di vita, fatta di eccessi e regole non scritte, spartiacque tra il razionale oggettivismo e fantasiose suggestioni, unica e necessaria  esperienza,  concime che coltiva in profondità i piedi  piantati in terra, la realtà non distorta da lenti utilizzate per creare vite parallele cinematografiche, una Cine città “sistema-socio-mediatico”.

Per natura, per stirpe, sono entrato nella vita dalla “porta giusta”. Ho sempre avuto repulsione verso il vizio; mai fumato una sigaretta, neanche per scherzo, sempre disprezzato le droghe, tutte indistintamente, ho sempre odiato gli spacciatori, i trafficanti, ho sempre provato repulsione ma allo stesso tempo compassione  per i tossicodipendenti. Da ragazzino, poi ragazzo, dopo adulto, la repulsione è andata sempre più sfumando lasciando sempre e solo più spazio alla compassione, in ultimo tramutata in carità.     

Una giovinezza vissuta nei luoghi di sempre dello spaccio di Trento, via delle orfane, via Cavour, piazza santa Maria Maggiore, via san Giovanni, via santa Margherita. Molti di quei ragazzi che conoscevo, fin da giovanissimi sono caduti nella trappola e piaga della droga, quasi sempre hanno iniziato fumando lo sterco di erba, per poi passare all’eroina. Molti sono morti, altri hanno cercato il “riscatto”, alcuni con successo, altri con alterne fortune.

Fin da ragazzo mi sono scontrato con estrema e “santa” violenza contro spacciatori, in molte occasioni anche con tossici, -ad alcuni dopo averli pestati gli facevo mangiare le sigarette che con tanta cura rullavano- . Non è un mistero che per molti anni ho fatto uso sistematico della violenza, una violenza sana, mai prevaricatrice, ma sempre estrema, priva di pietà. Sul fenomeno droga ho maturato un’esperienza diretta e completa, che mi permette senza falsa modestia di poter aver a tal proposito voce in capitolo.

Innanzi tutto, non esiste l’equazione tossico dipendente = cattivo, il drogato come qualsiasi altra persona, può essere cattivo o buono. Qualche mese fa ho partecipato al funerale del figlio di un mio ex collega - figlio morto per overdose-. Porterò sempre tra i miei ricordi importanti, le parole del padre pronunciate affianco alla bara del figlio: ”perdona le mie mancanze di padre”!

Strappandosi le vesti, strillano: MARADONA come uomo è stato un pessimo esempio! Certo, per chi non ha vissuto la vita, ma sopravvive, Maradona uomo è stato un pessimo uomo. Un ragazzo poco più ventenne giunto a Napoli, lontano dai suoi affetti, tirato dalla giacchetta da tutti, ma soprattutto trascinato piedi e mani dal clan Giuliano. Persone incapaci di farsi valere dalle loro fidanzate, conviventi, mogli, usati come pupazzi, zerbini consumati, giudicano le frequentazioni malavitose di Maradona. Ingenui, sprovveduti, quante e quali persone, soprattutto a venti anni si sarebbero e potrebbero tirarsi indietro rispetto alle prepotenze di bande organizzate. Quasi tutte le Curve più importanti d’Italia da nord a sud sono in mano all’ndrangheta o altre organizzazioni criminali,  e non mi pare che qualche moralmente ed eticamente solerte  tifoso si sia mai messo di traverso! Maradona, sì, si drogava, e non poteva neanche evitare di farlo……quando aveva capito o gli avevano fatto capire, che per uscire dalla gabbia dorata che gli avevano regalato i Giuliano sarebbe  dovuto andare via da Napoli, Ferlaino (presidente e padron del Napoli calcio), glielo aveva impedito. Nessuno, ma proprio nessuno ha mai preso Maradona come un esempio per le sue mancanze, ma per le sue virtù, ad esempio per il suo innato talento calcistico. Rimproverano a Maradona la non condivisibile semina di figli extraconiugali, semina che purtroppo non si limita al solo Maradona, ma a moltissimi altri “Maradoni e Maradone”, -perché non bisogna dimenticare tutte quelle donne che hanno procreato figli con più uomini- ,  certo una pratica tribale, la quale non ha neanche risparmiato uno dei padri della patria, Benito Mussolini. Il sinedrio tuona: Maradona violento con le donne! Quando, dove? Un video di alcuni secondi fatto con un telefono, nel quale si vede e capisce che una “sporcacciona”, videoregistra Maradona in un momento di degrado, il quale barcollante si avvicina verso la donnaccia che lo riprende per toglierLe il telefono, diventa  una prova di violenza verso le donne! La stessa barbona ha smentito che in quell’occasione ci fu violenza.

Tutte quelle bagasce che si prostituivano per scelta, gratuitamente con Maradona per una facile e parassitaria scalata sociale, come si qualificano? Provette testimonials contro la violenza sulle donne!

Maradona a detta di tutti coloro che lo hanno conosciuto personalmente, a l’unisono concordano nell’asserire che l’uomo (non il calciatore) era un uomo estremamente buono e generoso.

Farisei maledetti, siete abituati a lasciarvi sorprendere dai pochi alberi che cadono, che dalle foreste che crescono.

Mai avrei pensato, che il calciatore, che in assoluto mi ha ispirato, divertito, fatto  godere sportivamente, anche come uomo mi avrebbe dato lo spunto per comprendere che esistono e distinguono uomini che durante il sonno sognano, rispetto ad altri tormentati da incubi.

 “Se c'è qualcosa di peggio dell'odierno indebolirsi dei grandi princìpi morali, è l'odierno irrigidirsi dei piccoli princìpi morali.” - GILBERT KEITH CHESTERTON