<<Il Processo di Tokyo condivise molte delle critiche rivolte contro il Processo di Norimberga, inclusa quella riguardo alla natura non precostituita (ex post facto) della corte. I critici si dividono tra quelli che sostengono la tesi della giustizia dei vincitori sui vinti e quelli che vedono nel processo essenzialmente una procedura legale per esonerare la famiglia imperiale dalle responsabilità criminali.

Alcuni ritengono inoltre che il tribunale giudicò solo rispetto al punto di vista statunitense perché, a differenza di quello di Norimberga, l'accusa era composta da una sola squadra di procuratori, guidata dall'americano Joseph B. Keenan il cui ruolo fu predominante.

Inoltre il processo ai criminali giapponesi ebbe meno supporto ufficiale rispetto a quello contro i criminali nazisti. Il procuratore capo Keenan era un ex assistente procuratore generale (attorney general), che nel sistema giuridico americano è una posizione molto inferiore rispetto a quella che ricopriva il suo omologo di Norimberga Robert H. Jackson, giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti.

Opinioni di dissenso e tesi della giustizia dei vincitori sui vinti

Il giudice indiano Radhabinod Pal sostenne che l'esclusione del colonialismo occidentale e dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki dalla lista dei crimini, e la sola presenza di giudici delle nazioni vincitrici, rappresentavano il "fallimento del processo nell'offrire nient'altro che l'opportunità per i vincitori di vendicarsi dei vinti." L'obiezione di Pal era anche sostanziale: sostenne che l'intera accusa verteva sul fatto che ci fu una cospirazione per intraprendere una guerra di aggressione, che includeva l'abbrutimento e la sottomissione delle nazioni invase. In particolare, circa il massacro di Nanchino sostenne, dopo aver riconosciuto la brutalità dell'azione, che c'erano prove schiaccianti contro i membri delle forze armate giapponesi, ma che non c'era nessuna prova circa il presunto coinvolgimento del governo giapponese o di qualcuno dei suoi funzionari. Inoltre dichiarò che non c'erano prove di nessun tipo che documentassero qualsiasi intervento del governo allo scopo di permettere crimini del genere e, che in ogni caso, la cospirazione al fine di intraprendere una guerra di aggressione non era illegale nel 1937>>. wikipedia

 

p.s. pagina 331 riporta un errore. laddove si racconta del Kamikaze italiano il capitano della Regia Aeronautica Giorgio Gratter di Trento, trattasi del capitano Giorgio Graffer, il quale La notte tra il 13 e il 14 agosto 1940, nel corso di una missione notturna, intercettò l'Armstrong Whitworth AW.38 Whitley (P4965/ZA-H) del 10 Squadron, che era decollato da Abingdon per bombardare la fabbrica di motori aeronautici Fiat di Torino. Graffer tentò di abbattere il bombardiere con il fuoco delle mitragliatrici; non riuscendovi, speronò con il suo aereo quello nemico, salvandosi con il paracadute e causando gravi danni al bombardiere che, dopo un lungo volo attraverso la Francia di ritorno verso l'Inghilterra, finì per precipitare in mare davanti alle coste del Kent. L'episodio è considerato il primo esempio di combattimento aereo notturno della Regia Aeronautica e fruttò la medaglia di bronzo al valor militare a Graffer.