Per capire meglio ciò che scrivo faccio un salto indietro, molto lontano, fino ai primi incontri tra i romani e i celti. A tal proposito riporto quanto scrissero autori classici dell'epoca in merito ai costumi e le usanze dei celti.

Giulio Cesare: "I Galli sono molto dediti alle pratiche religiose, perciò quelli che sono gravemente ammalati o si trovano in guerra o in pericolo, fanno sacrifici umani o fanno voto di immolarne e si servono dei druidi come esecutori di questi sacrifici: essi credono infatti che gli dei immortali non possono essere soddisfatti se non si dà loro, in cambio della vita di un uomo, la vita di un altro uomo; fanno perciò anche sacrifici ufficiali di questo genere.

Certe popolazioni costruiscono statue enormi, fatte di vimini intrecciati, che riempiono di uomini vivi ed incendiano, facendoli morire tra e fiamme. Credono che cosa più gradita agli dei sia il sacrificio di coloro che sono sopresi a rubare, rapinare o commettere qualche altro delitto; ma quando mancano costoro, sacrificano anche degli innocenti."

Strabone: "I Romani posero fine a queste usanze, nonché ai sacrifici e alle pratiche divinatorie contrastanti con le nostre istituzioni. Cosi un uomo era stato consacrato agli dei, lo si colpiva alla spalla con una spada da combattimento e si indovinava il futuro a seconda delle convulsioni dell'agonizzante. Non si praticavano mai sacrifici senza l'assistenza dei druidi: cosi talora uccidevano le vittime a colpi di frecce, o le crocifiggevano nei loro templi o, ancora, fabbricavano un colosso di fieno e di legno, vi introducevano animali domestici e selvatici di ogni tipo assieme a degli uomini e vi appiccavano fuoco."

Diodoro Siculo: "Essi sono - è una conseguenza della loro natura selvaggia - di un'empietà mostruosa nei loro sacrifici. Così, tengono imprigionati i malfattori per un periodo di cinque anni e poi, in onore ai loro dei, li impalano e ne fanno degli olocausti, aggiungendo ad essi molte altre offerte, su immense pire appositamente preparate. Trasformano anche i prigionieri di guerra in vittime per onorare i loro dei. Alcuni usano allo stesso modo anche gli animali catturati in guerra. Li uccidono unitamente agli uomini o li bruciano, o li fanno perire con altri supplizi."

Plinio il Vecchio, elogia Tiberio per l’aver smantellato in Gallia la religione dei druidi:

“non si può valutare a sufficiente quanto di debba ai Romani, i quali hanno eliminato mostruosità in cui era atto alta religione uccidere un uomo, e anche molto salutare mangiarselo”.

Questo excursus storico è doveroso per alcuni motivi, il primo perché il druidismo non è mai stato debellato definitivamente, secondo perché c’è ancora chi lo pratica, in voga in ambienti massonici.

Tra i personaggi più noti e di spicco del druidismo la Regina Elisabetta II. L’iniziazione al druidismo della testa coronata della perfida Albione avvenne nel 1946, così come testimoniano fotografie scattate per quell’”evento”.

Come già scritto in precedenza il druidismo moderno è legato a doppio filo con la massoneria inglese. Per dare un’idea e del radicamento della massoneria in tutti i settori della società inglese riporto che Il 31 Ottobre 2017 ben 5000 massoni della Gran Loggia Unita d'Inghilterra (https://it.sputniknews.com/mondo/201802055615039-westminster-logge-massoniche-media/) si sono riuniti al Royal Albert Hall di Londra per celebrare e festeggiare il tricentenario dalla nascita della setta (https://www.youtube.com/watch?v=XVa5F55znCU).

Per concludere, possono cambiare i modi – un letto d’ospedale, piuttosto che un altare di pietra- ma le finalità rimangono le medesime, i sacrifici rituali continuano indisturbati.