Come in ogni tempo gli interessi finanziari economici politici determinano i buoni e i cattivi, riservando a piacimento meriti e allori a l’uomo di comodo, nonostante rispetto ad altri uomini si siano distinti per posizioni socio religiosi con convinzioni più radicate e marcate rispetto ad altrui uomini, ai quali vengono ascritte “note” di demerito e infamia; un esempio concreto riguarda due uomini contemporanei del loro tempo appartenuti alla storia italiana, Alcide Degasperi e Benito Mussolini, il primo osannato, addirittura in odore di santità, il secondo maledetto ed odiato; a Mussolini, su “tutto” non si perdona il presunto (presunto perché oltre ad avere avuto amici ebrei, due sue amate erano di origine ebraica, Angelica Balabanoff e Margherita Sarfatti) antisemitismo, un anti semitismo che troverebbe origine nell’emanazione delle leggi razziali del 1938 (non è questa la sede per parlare delle leggi razziali); Invece, Alcide Degasperi, che anti giudeo lo fu davvero, non è stato riservato il medesimo trattamento che ha avuto ed ha su questa questione Mussolini.
Ironico se non comico, Alcide Degasperi accusa il socialismo d’essere una creazione giudaica, tutti sanno che Mussolini è stato un fervente socialista! Degasperi accusa i socialisti di essere <<il partito internazionale al servizio dell’Alliance Israelite>>. Nel giugno del 1906, a Merano, in contraddittorio con un socialista italiano, Degasperi affermerà che <<il socialismo austriaco che i Austria s’è trovato di fronte al movimento economico dell’antisemitismo, divenendo nella sua direzione lo stato maggiore dell’ebraismo, ha pregiudicato anche le organizzazioni professionali>> - (il contraddittorio Degasperi – Todeschini a Merano, in <<il Trentino>>, 18 giugno 1906). A questo punto Degasperi lesse una lunga serie di capi ebrei, occupati nelle Gewerkschften (sindacati) suscitando l’ilarità dei presenti. <<quando in Austria – prosegue Degasperi- incominciò la riscossa contro il capitalismo monopolizzato dagli ebrei, fu dannoso alla causa degli operai vedere gli ebrei impadronirsi della rappresentanza dei loro interessi>>. Non solo. <<I capi socialisti asserviscono le organizzazioni alla Massoneria e ai moti antireligiosi…La massoneria stessa austriaca che coll’ebraismo è tutt’uno dichiara di esserne impadronita e d’essersi impadronita anche del partito socialista>> - (Degasperi, Al lavoro! <<Il Trentino>>, 14 giugno 1907).
Ironia della sorte, Degasperi , ormai protagonista della vita politica culturale trentina, nel marzo del 1909 a Maia Bassa, presso Merano, si scontrò in un dibattito con il SOCIALISTA Benito Mussolini che da febbraio era segretario della Camera del Lavoro di Trento.
Sul n.16 <<Illustrazione Vaticana>> del 16-31 agosto del 1938 Degasperi rivelò che le tesi del Manifesto della Razza <<si distinguevano nettamente dalle dottrine più conosciute dei razzisti tedeschi>> e ricordava, cercando di interpretare gli intendi del regime riguardo agli ebrei italiani, che <<discriminare non significa perseguitare>> e che <<il governo fascista non ha nessun piano persecutorio contro gli ebrei>>, ma penserebbe soltanto a una specie di <<numerus clausus>> - le frasi erano riprese dal INFORMAZIONE DIPOMATICA n.18, anonima ma scritta da Mussolini, resa nota il 5 agosto 1938 e pubblicata il 6 agosto 1938 da <<il Popolo d’Italia>>. Degasperi concludeva augurandosi che <<il razzismo italiano si attui in provvedimenti concreti di difesa e di valorizzazione della nazione, e che nella propaganda e nella formazione della gioventù, si eviti di cadere nel determinismo vitalista, passerella filosofica che riconduce al materialismo; ed è da credere che l’elemento universalista contenuto nel fascismo può nutrirsi delle vive tradizioni della Roma cristiana che gli offrono il modo di conciliare, e il caso di dire “Romanamente”, la fierezza del popolo con la sua gentile umanità>>.
Sul tema degli ebrei la voce di Degasperi sembrò, forse, riaffiorare nel novembre del 1945 dopo la caduta del governo Parri. Nel corso di una conversazione con Degasperi per la formazione di un nuovo governo Pietro Nenni, accennando all’avversione dei liberali e di parte dei democristiani nei confronti del Partito d’Azione, annota nel suo diario che <<Degasperi ha parlato dello spirito semitico dei Professori del Partito d’Azione>> - (P.Nenni, Tempo di Guerra Fredda. Diari 1943-56, Milano, SugarCo 1981,p.155.).
Onestà intellettuale merce rara!
Ridiamo per non piangere!
p.s. Per maggiori approfondimenti, rimando al libro “l’antisemitismo di Alcide Degasperi” di A. Sartorelli.
Emilio Giuliana