La calciatrice Sara Gama asserisce che gli incroci ci migliorano. E' evidente che è una sua -rispettabile- convinzione, suffragata dal suo essere una donna nera nata da madre bianca (una certezza, da l'incrocio tra un bianco e un nero, il carattere recessivo è il bianco, dominante il nero) padre congolese. Ok, Sara tra i tanti meriti ha anche quello di aver mandato in vacca la dogmatica ideologia che le razze sono tutte uguali, anzi non esistono, infatti secondo il pensiero di Gama dalla fusione di etnie diverse nasce un'etnia superiore alla nera, alla bianca e suppongo anche alla gialla!
Però, la natura sembra divertirsi a smentire i dogmi ideologici, in tal senso una conferma arriva dalla Germania. Qui una donna africana ha chiesto aiuto perché suo figlio soffre di una malattia del sangue molto grave. Per salvarlo sarebbe necessario un trapianto di cellule staminali. Il problema è che il sangue europeo causa molto spesso fenomeni di rigetto se trasfuso in individui africani o arabi. E le conseguenze per la salute possono essere molti gravi, in alcuni casi addirittura mortali (http://www.logosopinioni.altervista.org/logos_opinioni_00025c.html). In tal senso gli studi genetici confermano proprio quel che le ideologie negano, ovvero le differenze etniche, così come spiegato polemicamente in un articolo comparso sul corriere della sera (https://www.corriere.it/cronache/07_novembre_15/farkas_dna_rischio_razzismo.shtml?fbclid=IwAR05380qf-QazMjiuFO_K3X1lcQhbRL_i1YY1NSJYhrUe_54NTjDALCG30U).
Sara Gama ci dà un ulteriore spunto su un altro dogma così tanto caro alle elitè mondiali e i suoi camerieri, ovvero non vi sarebbe alcuna differenza tra maschio e femmina. Questo mantra si continua a ripeterlo in occasione del mondiale di calcio femminile. Lo sport è la necessaria esigenza di dare sfogo a l'uomo (maschio) della sua ancestrale predisposizione alla caccia. Si, perchè in passato -neanche troppi secoli fà- era l'uomo che grazie alla sua forza procurava il cibo necessario per la sopravvivenza della specie umana, maschi e femmine. A questo si può aggiungere, che lo sport rievoca un altro aspetto atavico dell'uomo, la lotta alla sopravvivenza, la guerra -di fatto gli stadi sono delle arene-, dunque, in virtù della forza fisica superiore che la natura ha dotato al maschio rispetto alla femmina, anche il gesto atletico risulta nettamente superiore, più esaltante, esaltazione che fa presa indistintamente su maschi e femmine. Dunque, le calciatrici non vaneggino discriminazioni esistenti nei confronti del calcio femminile (o nello sport in generale) -, le quali esistono grazie ai soldi dei calciatori maschietti- , un traversone di una calciatrice è una raccomandata con ricevuta di ritorno! E' giusto, bello, per alcuni sport anche educativo che tutti pratichino degli sport, ma lo sport femminile è una conseguenza dello sport maschile, dunque sarebbe meglio limitarsi allo sport nel senso più nobile e pertinente della parola e non utilizzare -come sempre più spesso accade- lo sport per fini politici ideologici. Viva la bellezza e la grandezza delle differenze peculiari etniche, viva la bellezza della funzionale diversità uomo-donna.