Ieri sono stati celebrati i 50 anni dalla morte di Charles De Gaulle.
Posto il fatto che fu uno dei tanti uomini a ruolo paga dei Rothschild (il Governo Mondiale e la ControChiesa di Pierre Viron, pag 234), detto che fu colui che assecondò il generale Alphonse Pierre Juin nelle abominevoli marocchinate in Ciociaria, traggo spunto da questa ricorrenza, per sfatare un altro falso mitico storico che riguarda il governo Vichy.
Petain fu il legittimo Capo del Governo perché eletto a grande maggioranza (500 voti a favore e 80 contrari) dal Parlamento francese che votò per l’Articolo unico che recitava così: “L’Assemblea nazionale conferisce i pieni poteri al governo della Repubblica, sotto l’autorità e la firma del Maresciallo Petain, con l’effetto di promulgare tramite uno o più atti una nuova costituzione dello Stato francese. Tale costituzione dovrà garantire i diritti del Lavoro, della Famiglia e della Patria. Essa sarà ratificata dalla nazione e applicata dalle Assemblee che avrà creato. La presente legge costituzionale, deliberata e adottata dall’Assemblea nazionale, sarà eseguita come legge dello Stato. Fatto a Vichy, il 10 luglio 1940.
Il Presidente della Repubblica: Albert Lebrun. Il Maresciallo di Francia, Presidente del Consiglio: Philippe Petain.
Appena eletto il Maresciallo Petain chiese conto ai responsabili politici francesi perché avessero voluto la guerra senza una adeguata preparazione, istituendo la Corte suprema di giustizia per individuare i responsabili politici della guerra e della successiva sconfitta. Egli era il legittimo rappresentante della Francia, eletto dall’assemblea francese e non nominato dopo un colpo di Stato come fu per Badoglio in Italia. Infatti, il governo francese non fu formato a seguito dell’armistizio, ma fu il governo di Petain che, dopo avere incassata la fiducia delle Camere e la nomina a Primo Ministro dal Presidente della Terza Repubblica francese Albert Lebrun, chiese l’armistizio alla Germania. La sede del governo ufficiale a Vichy, non fu scelta da Petain e tanto meno dai tedeschi, ma dal governo eletto dal Parlamento, in quanto Parigi era caduta nelle mani dell’esercito Tedesco. Mentre l’Inghilterra non riconobbe il governo Petain, esso ottenne il riconoscimento di gran parte degli Stati fra cui gli Stati Uniti d’America che, come molti altri Paesi del mondo, mantennero normali rapporti diplomatici fino all’ottobre del 1944 col governo di Vichy”. Per questa ragione Franklin Delano Roosevelt, proprio nel 1944, aveva affermato: “Quando l’America è entrata in guerra, l’unica Francia che conosco stava dalla parte dei tedeschi”. Egli si riferiva al governo di Petain che, nella sua libera determinazione, aveva deciso, dopo essere stato ripetutamente provocato dagli ex alleati inglesi, di collaborare con la Germania.
Chi definisce Petain un fantoccio di capo di Stato avrebbe fatto bene a studiare bene la Storia dalla quale avrebbe potuto comprendere la sua grandezza e quanti lutti e quanto disonore egli abbia risparmiato alla sua patria. Egli non potè esimersi dal compiere il suo dovere non abbandonando la Francia al suo destino come fu fatto in Italia “quando l’ignobile 8 di settembre abbandonò la patria al traditore”. Petain rimase al posto cui era stato chiamato dal Parlamento, mentre Charles de Gaulle, che era stato un giovane ufficiale cresciuto alla sua scuola, nominato sottosegretario della Difesa nazionale da Paul Reynaud, era fuggito a Londra dopo la disastrosa ritirata di Dunkerque. Egli creò in Inghilterra il movimento “Francia Libera” esortando i francesi in patria e nelle colonie a continuare la guerra a fianco degli Alleati contro la Germania e iniziare una guerra civile contro il governo legale del suo Paese che, ripetiamo, aveva ottenuto il riconoscimento ufficiale della comunità internazionale, salvo la Gran Bretagna. L’appello di De Gaulle non trovò inizialmente in Francia accoglienza favorevole e solo in seguito con il capovolgimento delle sorti della guerra, cominciò a svilupparsi una feroce guerra civile fratricida. Inizialmente il governo Petain aveva dichiarato la non belligeranza della Francia che aveva così potuto salvare la sua flotta con il benestare del Fuehrer. Hitler infatti aveva consentito che essa potesse riparare indenne nei porti sottoposti all’amministrazione del governo legittimo come Tolone e le colonie francesi, restando nella piena disponibilità di Paese neutrale con la sola condizione di non consegnarsi alle forze belligeranti, fossero quelle tedesche o quelle inglesi. A infrangere questa civile e cavalleresca clausola del trattato saranno gli inglesi per volontà del perfido ministro guerrafondaio Winston Churchill che fece pressione sull’Ammiraglio Darlan che era stato incaricato di eseguire i dettati dell’armistizio dalle parti firmatarie.
Il tentativo di impossessarsi della potente flotta francese ormai neutrale, distribuita in porti inglesi, francesi e nelle colonie del vasto impero coloniale francese, fu un atto di pirateria che interruppe ogni convenzione internazionale dando il là al crescendo di barbarie che si sarebbero succedute a seguire con la guerra psicologica dei bombardamenti a tappeto, la cosiddetta “area bombing” anch’essa d’ispirazione churchilliana. L’operazione fu denominata “Catapult” e durò dal 3 al 9 luglio 1940 iniziando con la flotta francese di stanza nel porto di Mers-el-Kebir in Algeria. Le navi erano alla fonda nel sicuro porto algerino, risparmiate dai tedeschi, quando furono proditoriamente attaccate il 3 luglio dagli ex alleati della Royal Navy nel corso di un’operazione aereo navale che costò la vita a 1.297 marinai francesi, come viene ancor oggi ricordato da una lapide nel memoriale di Tolone. L’ultimo attacco dell’operazione “Catapult” si svolse l’8 luglio quando fu la volta delle modernissime corazzate “Richelieu”, ritenuta la più potente del mondo, e “Jean Bart”, alla fonda rispettivamente nei porti di Dakar e Casablanca.
L’attacco ad uno stato neutrale quale era allora divenuta la Francia non potè che esasperare i rapporti fra gli ex alleati e portò la Francia di Vichy ad interrompere le relazioni diplomatiche con la Gran Bretagna.
Ci fu una seconda provocazione ad opera sempre di una squadra navale della Royal Navy che, il 22 settembre 1940, cannoneggiò la città di Dakar nel Senegal con l’intenzione di appoggiare lo sbarco delle truppe golliste di “liberazione” che furono invece respinte da una strenua difesa da parte delle truppe francesi del governo legittimo presieduto da Petain. Malgrado questi ripetuti attacchi, il regime di Vichy si astenne da decise azioni militari contro le provocazioni del Regno Unito e dei gollisti, limitandosi a una difesa passiva e considerandosi uno Stato neutrale fino all’11 Novembre 1942. In qualche caso la reazione del governo di Vichy fu energica ma in altre circostanze le navi francesi si arresero senza adottare l’estrema consegna dell’auto-affondamento che era stata concordata con i tedeschi e s’imponeva data la condizione di neutralità violata dagli inglesi. Questo fatto e la scarsa resistenza delle forze di Vichy agli attacchi anglo-americani (operazione Torch), culminata nell’occupazione del Marocco e dell’Algeria, allora protettorati francesi affidate al comando dell’Ammiraglio Darlan, provocarono contrasti fra il governo Petain e le autorità d’occupazione dell’Asse. Per decisione concorde dei comandi italo-tedeschi, giustificata da motivate ragioni di sicurezza, fu attuata l’immediata occupazione di tutto il territorio metropolitano francese non ancora occupato (operazione Anton). Mentre i tedeschi a nord oltrepassarono la linea di confine fissata dall’armistizio, gli italiani da Mentone avanzarono verso Nizza occupando la costa azzurra e, con i paracadutisti della Nembo, la Corsica, senza trovare resistenza. Per poco tempo le città natali di Garibaldi e Napoleone si erano ritrovate italiane. Tutta la Francia, fra I’11 e il 12 novembre, fu conquistata dalle truppe italo-tedesche. A nulla valsero le proteste del Maresciallo Petain, il quale aveva sempre mantenuto un comportamento rispettoso delle condizioni dell’armistizio, anche se non altrettanto potrebbe dirsi di tutte le autorità del suo governo. A Tolone l’impegno della marina militare francese di mantenere la flotta nella condizione di neutralità funzionò anche nei confronti dei tedeschi in quanto il 6 novembre, non appena le truppe tedesche occuparono i bacini portuali, gli equipaggi delle navi francesi diedero il via al piano di affondamento previsto dalle condizioni d’armistizio. Il governo di Petain godette del riconoscimento degli Stati Uniti e del Canada e di molti altri regimi fino al 23 ottobre 1944 che riconobbero ufficialmente da quella data il governo di De Gaulle dopo che, sino ad allora, avevano riconosciuto lo Stato di Petain come legittimo rappresentante della Francia.
Altro che governo fantasma in mano ad un “fantoccio”, quello del Generale Petain. Quel “fantoccio” aveva logorato, nel corso della Prima Guerra Mondiale, l’offensiva tedesca e forse aveva con questo determinato il suo esito vittorioso. Di fronte ad una sconfitta proclamata dopo il disastroso bilancio del governo del Fronte popolare di Leon Blum, che già nel 1936 sognava la guerra contro l’Italia, Petain ottenne dai tedeschi una pace onorevole, senza disarmo totale, conservando l’amministrazione francese sulla parte del territorio non ancora occupata, conservando alla Francia i possedimenti coloniali e non subendo l’umiliazione e la vergogna che ha ricevuto l’Italia consegnando la propria flotta al vincitore.