Frenco, Frenco… Un bel tacer non fu mai scritto (mutuo un aforisma da i più attribuito a Dante, approfittando della ricorrenza che festeggia i 700 anni del sommo Poeta)
Si, è così, quest’anno la pasqua ebraica -pesach- cade in prossimità dello stesso giorno -24 marzo- della festa del compatrono di Trento, beato Simonino. Il sindaco di Trento non ha perso occasione per bollare la questione del martirizzato Simone come fake news (si dice falsa notizia). Faccio notare al primo cittadino della città del Concilio Tridentino, che il professor Ariel Toaff, figlio del più famoso già rabbino capo di Roma Elio Toaff, nel corposo volume Pasque di Sangue, smentisce categoricamente le certezze dell’ex sindacalista; Ariel Toaff documentalmente dimostra che degli ebrei praticavano in prossimità della Pasqua cristiana, in odio a Cristo i sacrifici rituali di bambini cristiani. È inutile scomodare il defunto vescovo Gottardi, massone affiliato alla P2, così come riportato nella rivista Op (osservatore politico) del giornalista Mino Pecorelli, pace alla sua anima!
Lodevole la sensibilità mostrata verso le festività del credo religioso altrui (suppongo che Ianeselli non aderisca alla religione ebraica), stessa sensibilità che non mancherà di manifestare per la Pasqua cristiana (pur ritenendo che non aderisca alla religione cristiana), ricordando il motivo della ricorrenza. Qualora avesse scordato i motivi che fanno della Pasqua la prima tra le feste cristiane, riporto alcuni passi del vangelo.
San Matteo 27, 20 Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù. 21 Allora il governatore domandò: «Chi dei due volete che vi rilasci?». Quelli risposero: «Barabba!». 22 Disse loro Pilato: «Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?». Tutti gli risposero: «Sia crocifisso!». 23 Ed egli aggiunse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora urlarono: «Sia crocifisso!».
24 Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, presa dell'acqua, si lavò le mani davanti alla folla: «Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela voi!». 25 E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli».
Lasciando la questione religiosa, è doveroso ricordare al COMPAGNO Franco, il pensiero in merito agli ebrei, del noto sindacalista spacciato per filosofo, anch’egli ebreo Carlo Mordecai MARX:
“Consideriamo l’ebreo reale mondano, non l’ebreo del Shabbath, come fa Bauer, ma l’ebreo di tutti i giorni. Cerchiamo il segreto dell’ebreo non nella sua religione, bensì cerchiamo il segreto della religione nell’ebreo reale. Qual è il fondamento mondano del giudaismo? Il bisogno pratico, l’egoismo. Qual è il culto mondano dell’ebreo? Il traffico. Qual è il suo Dio mondano? Il denaro. Ebbene. L’emancipazione dal traffico e dal denaro, dunque dal giudaismo pratico, reale, sarebbe l’autoemancipazione del nostro tempo. Un’organizzazione della società che eliminasse i presupposti del traffico, dunque la possibilità del traffico, renderebbe impossibile l’ebreo. La sua coscienza religiosa si dissolverebbe come un vapore inconsistente nella vitale atmosfera reale della società. (…) Noi riconosciamo dunque nel giudaismo un universale elemento attuale antisociale, il quale, attraverso lo sviluppo storico, cui gli ebrei per questo lato cattivo hanno collaborato con zelo, venne sospinto fino al sua presente vertice, un vertice sul quale deve necessariamente dissolversi. L’emancipazione degli ebrei nel suo significato ultimo è la emancipazione dell’umanità dal giudaismo.(…) L’ebreo si è emancipato in modo giudaico non solo in quanto si è appropriato della potenza del denaro, ma altresì in quanto il denaro per mezzo di lui e senza di lui è diventato una potenza mondiale, e lo spirito pratico dell’ebreo, lo spirito pratico dei popoli cristiani. Gli ebrei si sono emancipati nella misura in cui i cristiani sono diventati ebrei.(…) Qual era in sé e per sé il fondamento della religione ebraica? Il bisogno pratico, l’egoismo. Il monoteismo dell’ebreo è perciò, nella realtà, il politeismo dei molti bisogni, un politeismo che persino della latrina fa un oggetto della legge divina.(…) Il Dio del bisogno pratico e dell’egoismo è il denaro. Il denaro è il geloso Dio d’Israele, di fronte al quale nessun altro Dio può esistere. (…) Il Dio degli ebrei si è mondanizzato, è divenuto un Dio mondano. La cambiale è il Dio reale dell’ebreo. Il suo Dio è soltanto la cambiale illusoria. Ciò che si trova astrattamente nella religione ebraica, il disprezzo della teoria, dell’arte, della storia, dell’uomo come fine a se stesso, è il reale, consapevole punto di partenza, la virtù dell’uomo del denaro. (…) La chimerica nazionalità dell’ebreo è la nazionalità del commerciante, in generale dell’uomo del denaro. La legge, campata in aria, dell’ebreo è soltanto la caricatura religiosa della moralità campata in aria e del diritto in generale, dei riti soltanto formali, dei quali si circonda il mondo dell’egoismo. (…) Il giudaismo, come religione, non ha potuto, da un punto di vista teorico svilupparsi ulteriormente, poiché la concezione del bisogno pratico è per sua natura limitata e si esaurisce in pochi tratti..(…) Poiché l’essenza reale dell’ebreo nella società civile si è universalmente realizzata, mondanizzata, la società civile non poteva convincere l’ebreo della irrealtà della sua essenza religiosa, che è appunto soltanto la concezione ideale del bisogno pratico. Non quindi nel Pentateuco o nel Talmud, ma nella società odierna noi troviamo l’essenza dell’ebreo odierno, non come essere astratto ma come essere supremamente empirico, non soltanto come limitatezza dell’ebreo, ma come limitatezza giudaica della società. Non appena la società perverrà a sopprimere l’essenza empirica del giudaismo, il traffico e i suoi presupposti, l’ebreo diventerà impossibile, perché la sua coscienza non avrà più alcun oggetto, perché la base soggettiva dei giudaismo, il bisogno pratico si umanizzerà, perché sarà abolito il conflitto dell’esistenza individuale sensibile con l’esistenza dell’uomo come specie. L’emancipazione sociale dell’ebreo è l’emancipazione della società dal giudaismo” (https://moked.it/blog/2011/08/21/davar-acher-marx-e-il-suo-odio-antiebraico/).
D’altra parte, a tal proposito il marxismo, dalle parole è passato ai fatti, così come riportato dal politologo ebreo ungherese Francois Fejto nel suo libro: Gli ebrei e l’antisemitismo nei paesi comunisti, e dal giornalista e scrittore ebreo americano Louis Rapoport nel suo libro, La guerra di Stalin contro gli ebrei.
Signor sindaco, avrà certamente notato, che quest’anno la pasqua ebraica, è concisa, oltre che in concomitanza della festa del compatrono di Trento beato Simonino, anche con il settecentesimo compleanno di Dante Alighieri, anche in questo caso potrebbe cogliere l’occasione, per un suo messaggio di denuncia contro l’antisemitismo del Sommo Poeta: “Uomini siate e non pecore matte si che di voi tra voi ‘l giudeo non rida”.
p.s. egregio sindaco di Trento, essendo cittadino della città che Lei amministra, dunque anche il mio sindaco, Le chiedo cortesemente di provvedere a far sapere il luogo dove è stato occultato, nascosto il corpo del beato Simonino, perché da cattolico voglio pregare sulla sua tomba, così come avrebbe fatto il defunto ex rabbino capo della sinagoga di Roma, convertito al cattolicesimo Eugenio Pio Zolli; sarebbe una concreta forte presa di posizione contro la discriminazione religiosa.