“La democrazia è una forma di religione. È l’adorazione degli sciacalli da parte dei somari” - Henry Louis Mencken giornalista, saggista statunitense.
Nel 429 a.C. con la morte di Pericle, tutti coloro che cercarono di prendere il suo posto ingannando e seducendo l'assemblea popolare ateniese, tramite false promesse e istigazione contro gli avversari politici, furono bollati dallo storico Tucidide demagoghi.
Platone, nel "Politico" e nelle "Leggi", definisce il termine demagogia, così come segue: questa è nient'altro che la forma di governo corrotta che deriva dalla democrazia, forma corrotta del governo di molti.
Aristotele, nella "Politica", afferma che la demagogia (Aristotele non usa il termine demagogia, ma "democrazia") è la peggiore possibile tra le forme di governo, poiché mira a favorire in maniera indebita i poveri rispetto ai ricchi, incorrendo nell'errore di considerare tutti gli uomini uguali in tutto, mentre sono uguali solo per natura, per la quale non si può dedurre che è come un caso particolare come la democrazia.
Il sistema ideologico politico ateniese fu così pessimo, fallimentare ed inumano, che dopo di allora e fino alla rivoluzione francese non trovò più cittadinanza. Va precisato, per evitare confusione, che la democrazia moderna, nulla ha di simile e da spartire, con la seppur miserevole esperienza ateniese. Infatti, la democrazia ateniese era un “affare tutto interno” ad Atene e gli ateniesi; la democrazia moderna è un affare gestito da alcune lobbies apolidi internazionali finanziare, volte ad arricchirsi sempre più, attraverso la gestione del potere, potere a sua volta attenuto attraverso la loro ricchezza finanziaria, tramite la quale regnano e governano i popoli, non curanti di frontiere, etnie, culture, tradizioni, religioni.
Ciò nonostante, è di grande interesse -attraverso la manipolazione del linguaggio e suggestioni- far credere e convincere che la democrazia moderna sia in continuità con quella ateniese, tant’è che la Costituzione europea, la cui bozza è stata approvata nel maggio 2003 da una commissione preposta alla sua stesura, contiene una citazione del cosiddetto Epitaffio di Pericle, il discorso in onore dei caduti del primo anno della guerra del Peloponneso, che il grande statista avrebbe tenuto nell’inverno del 431-430. Ce lo riporta Tucidide e da molti è stato visto come un vero e proprio manifesto della democrazia ateniese.
«La parola che adoperiamo per definire il nostro sistema politico è democrazia per il fatto che, nell’amministrazione, esso si qualifica non rispetto ai pochi ma rispetto alla maggioranza». Questo è il brano scelto per esplicitare il supposto legame con la democrazia ateniese, che i legislatori hanno inserito per sottolineare il DEBITO che dovremmo avere nei confronti dell’esperienza democratica greca!!!!!
Una forza oscura lunare tellurica, per imporsi sui popoli del mondo, nei due ultimi millenni ha ordito e macchinato la distruzione dell’ordine naturale precostituito, che più o meno dai tempi più lontani - anche se con tutti i limiti umani- ha dato governi sociali armoniosi e meritocratici tra gli uomini. Gli adelfi della dissoluzione, con la complicità di uomini vanitosi, vili, senza onore, riunite in varie consorterie del disfacimento, la più nota la massoneria, il loro primo grande successo lo hanno ottenuto con la Rivoluzione Francese; il secondo, il più grande in termini assoluti per la portata delle conseguenze con il Concilio Vaticano II°.
I germi debilitanti e mortiferi della rivoluzione francese sono stati esportati – ed hanno trovato immediato terreno fertile nei paesi protestanti- in Europa dal “fratello” Napoleone. La Francia il testimone della “missione messianica” lo ha passato all’Inghilterra, la quale a sua volta lo ha ceduto dopo la fine della seconda guerra mondiale agli Stati Uniti d’America. Questo ultimo passaggio e di fondamentale importanza, per comprendere la tanto difesa e sempre chiamata in causa con dogmatismo religioso Costituzione Italiana.
Gli ignari cittadini americani, sono governati da una corporazione di natura privatistica, denominata U.S., preclusa de jure (Bankrupt U.S. signed by Donald J. Trump, May 4, 2020, President/Chief Executive Officer of the UNITED STATES). Dunque, i cittadini ed esercito USA sono strumento inconsapevole di una corporazione che risponde a quelle lobbies finanziarie a cui ho fatto riferimento precedentemente. Le stesse lobbies sono gli ideatori e finanziatori, dunque gestori delle organizzazioni apparentemente filantropiche -con scopo effettivo di influenzare e condizionamento mentale- Onu, Nato, Fao, Oms, Unicef, Wwf…eccetera
Le lobbies americane, vincitrici del secondo conflitto mondiale, hanno imposto all’Italia dei diktat, scritti nero su bianco sul famoso Armistizio Lungo -firmato tout court a Malta dai rappresentanti del governo italiano- obblighi necessari per il controllo della nostra nazione (http://www.archivi.beniculturali.it/dga/uploads/documents/Fonti/Fonti_XVI.pdf). Riporto testualmente ad emblema gli articoli 20 e 33. Articolo 20: "(...) le Nazioni Unite eserciteranno tutti i di ritti di una potenza occupante ( ... ) mediante la pubblicazione di proclami, ordini e regolamenti. Il perso naie dei servizi amministrativi, giudiziari e pubblici italiani eseguirà le proprie funzioni sotto il controllo del comandante in capo alleato (... )". Conseguentemente le Forze Armate e le Forze di Polizia italiane, dotate di armamento da guerra, sono in stato di belligeranza permanente contro la popolazione civile (Art. 20 trattato lungo di Malta, Art. 6 Libro 1° Legge Penale Militare di Guerra, 4° Cap. USC 1 §§1, 2, 3. Es. Ord. 10834 the August 21th 1959 of D. D. Eisenhower. Fed. Reg. n. 24 FR6865. US Army n. 260-10. 34 Ops. Avv. Gen. 483, 485). Se quanto scritto sopra, possa far pensare che siano farneticazioni di un malato di mente, faccio notare che a riprova, ancora oggi in Italia vi sono dislocate 59 basi ed installazioni militari con personale statunitensi (comprese quelle NATO), con circa 13.000 militari (https://it.wikipedia.org/wiki/Presenza_militare_statunitense_in_Italia). Articolo 33: “Il Governo italiano adempirà le istruzioni che le Nazioni Unite potranno impartire riguardo alla restituzione, consegna, servizi o pagamenti quale indennizzo (payments by reparation of war) e pagamento delle spese di occupazione“. Con questi ben definiti presupposti, viene concepita la post monarchica Costituzione Italiana. Di fatti, senza voler analizzare tutti gli articoli della Costituzione italiana, se ne ha abbastanza nel leggere e comprendere l’articolo 1 ed 11. Articolo 1: ”L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Tradotto, democrazia imposta secondo i dettami dell’Armistizio lungo sta come garanzia per il guadagno incondizionato delle lobbies, fondata sul lavoro, ovvero schiavitù. La sovranità che appartiene al popolo è limitata agli articoli della costituzione, ovvero, che non intralci gli interessi delle lobbies che hanno imposto la meravigliosa Costituzione italiana. Articolo 11: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. Dunque, secondo questo articolo costituzionale, così come e accaduto ed accade, la risibile sovranità che all’Italia sarebbe stata concessa -più di concetto che nel concreto- potrebbe in ogni momento essere messa in discussione, ovviamente per i soliti motivi, ovvero gli interessi delle lobbies.
Dunque, tutti coloro che si appellano ai diritti costituzionali, calpestati dai capi di governo di turno, sappiano che la Costituzione italiana è stata concepita e scritta non per tutelare gli interessi del popolo italiano, ma a tutela degli interessi e profitto del capitalismo bolscevico apolide internazionale, contro e a scapito del popolo italiano.
Ancora più ingenui, quando si evoca un secondo processo di Norimberga per coloro che opprimono i cittadini.
Il processo di Norimberga è stato la pagina conclusiva, della prepotenza sadica e vendicativa delle lobbies in questione. Il metodo con il quale si è sviluppato il processo, nonché la scelta stessa degli uomini chiamati a giudicare i crimini di guerra, è stato messo in dubbio in più occasioni da alcune importanti personalità. Tra questi vi era il giurista Hans Kelsen il quale, favorevole comunque allo svolgimento di un processo per punire i crimini nazisti, sollevò perplessità in ordine alla composizione della Corte: «Possono esserci pochi dubbi che una corte internazionale sia molto più adatta per questo compito che una corte nazionale civile o militare. Solo una corte costituita da un trattato internazionale del quale non solo i vincitori ma anche gli stati sconfitti siano parti contraenti non incontrerà quelle difficoltà con cui dovrà confrontarsi una corte nazionale.» (H. Kelsen, Peace through Law, Chapel Hill, 1944, p. 111)
Seppur con minore risonanza, anche durante lo svolgimento del processo si alzarono voci contrarie alla legittimità dello stesso: l'avvocato difensore di Göring, Otto Stahmer, invocò il principio Nullum crimen, nulla poena sine praevia lege poenali, il quale non ammette l'emanazione di leggi retroattive, contestando inoltre il diritto ai vincitori di processare i vinti.
Ancora, il Giudice Capo della Corte Suprema degli Stati Uniti Harlan Fiske Stone definì il processo "una frode", asserendo che il rappresentante statunitense della Pubblica Accusa, Robert Houghwout Jackson, non stava effettivamente procedendo secondo i dettami della legge. Lo stesso Jackson, in una lettera dell'ottobre 1945 al presidente Harry Truman, affermò riguardo agli Alleati: «Hanno fatto o stanno facendo alcune delle cose per cui stiamo condannando i Tedeschi. I Francesi stanno decisamente violando la Convenzione di Ginevra nel trattamento dei prigionieri di guerra, tanto che il nostro comando sta riprendendosi i prigionieri inviati a loro. Stiamo condannando il saccheggio e i nostri Alleati lo stanno praticando. Diciamo che la guerra aggressiva è un crimine e uno dei nostri alleati proclama la sovranità sui Paesi Baltici basandosi su nessun diritto eccetto quello di conquista.»
A danneggiare ancora la credibilità del processo fu il fatto che il principale giudice sovietico, Iona Nikitchenko, aveva preso parte anni prima ai processi sommari delle Grandi purghe. Uno dei capi d'accusa riguardava la firma del Patto Molotov-Ribbentrop, giudicato come un progetto di guerra aggressiva, ma l'Unione Sovietica non venne processata al pari della Germania per l'adesione al patto. Inoltre, i processi vennero condotti in base a delle proprie regole di prova; gli atti d'accusa vennero creati ex post facto e non erano basati sulle leggi di nessuna nazione, la difesa tu quoque venne eliminata, e la motivazione dell'intera assemblea fu la "giustizia dei vincitori".
In conclusione:
Francis Neilson, come rappresentante del partito liberale fu deputato alla Camera dei Comuni britannica, nel libro “The Makers of War", in merito alla democrazia scrisse ciò che segue: “Gli elettori, esercitando il diritto di voto, non hanno fatto altro che scegliere i legislatori che li dovranno rappresentare. L’atto del voto è il limite, oltre il quale il popolo non ha alcuna competenza, né capacità di governo. E’ precisamente nell’esercizio di voto che si esaurisce il compito della massa degli elettori. L’azione dei rappresentanti da essi eletti è tutta altra cosa”.
Erich Fromm, sociologo e psicologo di fama internazionale, di origine ebraica, riferendosi al Capitalismo monopolistico (anno 1941) non accenna ad una possibile affermazione della libertà positiva in presenza di un sistema economico, fondato sulla speculazione finanziaria, e tanto meno alla previsione che il senso della libertà positiva possa infine prevalere per il bene comune. Egli spiega che la naturale tendenza dell’individuo (non realizzato e per questo nevrotico e insicuro) a sottomettersi a un'autorità, in cambio della sicurezza, si sarebbe estesa all’intera società, creando in Europa le condizioni che avrebbero favorito la nascita dei regimi totalitari.
Nicolas Davila: Stronca la democrazia: «le aristocrazie sono i parti naturali della storia; le democrazie, gli aborti»;
p.s. in merito al controllo totale delle Istituzioni da parte di affiliati alla setta massonica, si trovano conferme nelle dichiarazioni di Luca Palamara è un ex magistrato italiano, ex membro del Consiglio Superiore della Magistratura; Carlo Palermo avvocato, magistrato e politico italiano, già sostituto procuratore a Trento dal 1975 fino al 1984 e poi a Trapani fino al 1989; Nicola Gratteri magistrato e saggista italiano, dal 21 aprile 2016 Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro; Gioele Magaldi (https://www.affaritaliani.it/politica/magaldi-draghi-operazione-massonica-mattarella-al-colle-grazie-a-mario-722223.html).